12 schermata 2015 03 27 alle 171254Il gruppo, inteso come “un organismo vivo, fatto di persone collegate fra loro, in funzione di un obiettivo da raggiungere”, può essere uno strumento riabilitativo? Sembra proprio di sì, anche se è composto da pazienti psichiatrici.

Questo è l’argomento di un recente studio condotto da due psicologhe che hanno svolto il tirocinio presso Villa Giuseppina.

La dott.ssa Rosanna Barrilà e la dott.ssa Bruna Palmieri hanno fatto una ricerca (in via di pubblicazione sulla rivista specializzata “Psicologia, Psicoterapia e Salute”) su un gruppo di pazienti psichiatrici, per verificare se il gruppo può favorire l’autoregolazione affettiva e promuovere l’empatia.

Grazie all’utilizzo di tecniche riabilitative all’interno del gruppo, si è riscontrata una risposta positiva in entrambi gli obiettivi prefissati. 

Per l’autoregolazione affettiva si sono considerate tre aree, quali: 

  • l’espressione delle emozioni verbali e non verbali, 
  • il riconoscimento e la descrizione delle proprie emozioni e
  • la regolazione delle proprie emozioni.

Per la capacità relazionale empatica sono state prese in considerazione le prime due aree e, in più, la condivisione delle emozioni.

La ricerca ha dato esito positivo, in quanto conferma – come scrivono le autrici -  “che il contesto può favorire l’apprendimento progressivo del riconoscimento e la consapevolezza delle proprie emozioni, il saperle controllare ed esprimere, restando nel qui e ora, e soprattutto il percepire e sforzarsi di comprendere i sentimenti dell’altro. Il gruppo quindi si è presentato come un contesto protetto di espressione e gestione del proprio mondo interiore”.