Sono diversi anni ormai che si parla di “emergenza depressione”. L’allarme lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2017 parlava chiaro: “Nel 2020 la depressione sarà la seconda causa di invalidità per malattia nel mondo”. Sempre secondo l’OMS, l’incidenza di questa patologia è aumentata del 20% negli ultimi dieci anni. In tutto il mondo ne soffrono 322 milioni di persone. Di pari passo, è aumentato anche l’uso di antidepressivi, prescritti da psichiatri, neurologi e medici di base. Il problema però è smettere, come dimostra un recente studio clinico.
Interrompere l’assunzione di questi farmaci, che comunque creano anche problemi di dipendenza psicologica, oltre a generare contraccolpi di tipo farmacodinamico, induce l’insorgenza di crisi di astinenza. La ricerca può essere approfondita qui.
Data la sua importanza, anche questo sarà uno dei temi del prossimo corso che si terrà il 24 Novembre a Villa Giuseppina dedicato ai rapporti tra la Medicina Generale e la Psichiatria. In particolare l’analisi verterà sulla impostazione di terapie farmacologiche, durante il primo contatto del medico di famiglia, che successivamente legano e condizionano l’operare specialistico.