SRTR Estensiva: il Gruppo fa la differenza

89 srtr estensivaL’andamento del percorso all’interno della SRTR Estensiva di Villa Giuseppina ha subito, dal 2015 ad oggi, una serie di cambiamenti e di continui assestamenti e sta finalmente approdando alla realizzazione di un progetto che vede sempre più nel GRUPPO il motore portante del cambiamento, sia che si parli di gruppi terapeutici sia di gruppi occupazionali.

La scarsa “compliance” dell’utenza, soprattutto nelle fasi iniziali dell’attività, ha reso difficoltosa tale realizzazione, ma essa è stata superata gradualmente nel tempo grazie a una collaborazione sempre più funzionale ed efficace con i diversi CSM.

La nascita all’interno dell’Unità di un sentimento comunitario, basato su aspettative comuni e coesione, fa sì che ciascun ospite, oltre ad assolvere al doppio ruolo di “guaritore/guarito”, si senta corresponsabile l’uno dell’altro. Un’alchimia  che favorisce, come dice E. Berne, Analista Transazionale (e nostro modello ispiratore), la messa in moto di quel potenziale curativo insito in ciascun paziente e identificabile nella cosiddetta “vis medicatrix naturae”, ossia quella tendenza naturale dell’essere umano verso l’autonomia e l’adattamento costruttivo all’ambiente.

“Obiettivo del trattamento del gruppo è combattere il passato nel presente per garantire il futuro” (E. Berne 1966): un obiettivo che si sviluppa all’interno del percorso Terapeutico-Riabilitativo, che va da un minimo di 3 mesi ad un massimo di 2 anni, e che offre a ciascun soggetto l’occasione di ricevere un’attenzione iniziale rivolta agli aspetti comportamentali e sintomatici, porta d’accesso all’energizzazione della struttura neopsichica, per un accurato esame di realtà, un’ottimale gestione della vita emotivo-affettiva e un’elaborazione di principi e valori che formano concetti-guida necessari al controllo delle pulsioni.

Gli spazi abitativi poi, così come le regole di convivenza, creano le condizioni migliori del vivere insieme e contribuiscono all’atmosfera del gruppo: vanno quindi strategicamente previste, oltre che organicamente proposte, in modo da facilitare il processo terapeutico. Occorrono, quindi, una serie di principi operativi basati su considerazioni utili a favorire l’ambiente, necessario affinché il gruppo abbia un effetto terapeutico, ossia un ambiente nel quale si verifichino quei fenomeni la cui analisi consenta il raggiungimento dell’obiettivo clinico e cioè restituire alla neopsiche quel controllo che in precedenza era dell’archeopsiche.